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Buio d’inferno e di notte privata 16.1
d’ogne pianeto, sotto pover cielo,
quant’ esser può di nuvol tenebrata,

non fece al viso mio sì grosso velo 16.4
come quel fummo ch’ivi ci coperse,
né a sentir di così aspro pelo,

che l’occhio stare aperto non sofferse; 16.7
onde la scorta mia saputa e fida
mi s’accostò e l’omero m’offerse.

Sì come cieco va dietro a sua guida 16.10
per non smarrirsi e per non dar di cozzo
in cosa che ‘l molesti, o forse ancida,

m’andava io per l’aere amaro e sozzo, 16.13