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Per ch’io mi volsi, e vidimi davante 32.22
e sotto i piedi un lago che per gelo
avea di vetro e non d’acqua sembiante….

E come a gracidar si sta la rana 32.31
col muso fuor de l’acqua, quando sogna
di spigolar sovente la villana,livide,

insin là dove appar vergogna 32.34
eran l’ombre dolenti ne la ghiaccia,
mettendo i denti in nota di cicogna.

Ognuna in giù tenea volta la faccia; 32.37
da bocca il freddo, e da li occhi il cor tristo
tra lor testimonianza si procaccia.